Dolce dormir 😴
Ciao amici, ho finito la prima settimana di lezioni del terzo anno 😁Devo dire che non è stata sensazionale al livello di lezioni. Si capisce finalmente che siamo a medicina e sta arrivando il bello ma erano tutte lezioni introduttive, niente di che ecco.Se mi seguite da un po’ provate ad immaginare la mia felicità nello scoprire che la maggior parte delle lezioni erano una ripetizione degli argomenti di Microbiologia con una spruzzatina di Istologia ☠️ Come dire… not my cup of tea🤡 Se c’è una cosa a cui ho prestato attenzione durante questi giorni è stato dormire abbastanza. Per me il sonno è fondamentale: se non dormo sono depressa, ho mal di testa e la giornata è automaticamente buttata (non c’è caffè/tè che tenga). Dovendomi alzare presto tutti i giorni la questione era di massima importanza. Direi che possiamo ritenerci soddisfatti: ho dormito circa 8 ore a notte e mi sono svegliata naturalmente prima della sveglia (quanto è bello? non ne parliamo abbastanza). Ecco qualche suggerimento se vorreste dormire meglio: addormentati tra le 22 e le 23. Le ore prima della mezzanotte danno più energia. Quindi anche se ti svegli alle 6 ti senti riposato/a. Giustamente potreste dirmi: “Ah Lu, ma chi ci riesce ad addormentarsi così presto, non mi viene proprio sonno” e io lo capisco. Di qui il punto 2… crea una night routine. Il tuo cervello deve capire che è l’ora di andare a dormire. Se tutte le sere fai le stesse azioni e poi dormi, collegherai quelle azioni al sonno e SBEM andrai a dormire alla stessa ora tutti i giorni. Io personalmente ho bisogno di stare nel letto un pochino di tempo prima di chiudere gli occhi per liberare la mente dai pensieri. Quindi mi sdraio e leggo un libro. evita le luci blu e prediligi le luci calde (se te lo stai chiedendo smartphone e compagnia bella hanno luci blu😉). Mentre le luci blu risvegliano il nostro cervello, le luci calde inducono la sonnolenza. Va da sé che avere una luce calda sul comodino è come vincere in partenza 🙂 rilassati. Che sia un libro, un po’ di musica, disegnare, meditare -insomma vedi un po’ te-, rilassati. Non riusciamo a dormire se siamo troppo eccitati o pieni di pensieri, abbiamo bisogno di decomprimere. Ti sconsiglio di fare sport la sera tardi proprio per questo motivo, troppa adrenalina da smaltire😂 non mangiare troppo pesante a cena. Ti sarà capitato di non riuscire a dormire perché avevi il peso sullo stomaco dopo una cena abbondante. Ecco, cerca di evitarlo 🙂 prepara la sera i vestiti per il giorno dopo. Lo so, anche io in passato non lo facevo mai, pensavo sempre “ma ci penso domani, adesso non ho idea di cosa voglia mettermi” ma scegliere i vestiti prima ti regala 10 minuti -come minimo- di sonno in più e tu sai quanto sono fondamentali la mattina presto. Questo è tutto. Siete pronti per dormire come degli angioletti. Metodo Lucrezia approved🤪 Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di sapere, se applicate i miei consigli, come vi siete trovati!
Perché non dovresti vergognarti a chiedere
Ciao amici, questa settimana ho fatto tirocinio a Medicina Interna. Sono andata tutte le mattine da lunedì a giovedì e sono molto contenta perché fortunatamente ho avuto modo di imparare e fare tante cose. Proprio in virtù di questa esperienza ho fatto una riflessione: nei tirocini -ma in generale nella vita- bisogna avere il coraggio di chiedere. Una mia cara amica direbbe che ci vuole proprio la “faccia da mattone”: andare là, fare una richiesta, mostrarsi sicuri e avere la certezza che valiamo qualcosa. Non è facile. E credetemi, mi tremavano un po’ le gambe quando volevo fare una domanda -che fosse stupida o meno- a uno strutturato o persino alla primaria ma mi sono comunque buttata. Ho dato il meglio di me, anche se sapevo che di strada da fare ce n’è ancora tanta, e grazie all’intraprendenza e alla disponibilità che ho trovato dall’altra parte ho imparato tanto, anche e soprattutto sbagliando varie volte. Quindi di base chiedi e ti sarà dato. E se non ti viene dato chiedi una seconda volta e una terza e intanto cerca un altro modo in cui chiedere o un’altra persona a cui rivolgere la stessa domanda. Non resterai deluso/a. Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di sapere cosa ne pensate.
Uscire dalla comfort zone🚀
Cari amici, questa settimana è stata una bomba. Se mi seguite su Instagram sapete che lunedì ero a Verona per partecipare al laboratorio di dissezione anatomica di torace e addome. È stata un’esperienza a dir poco interessante e stimolante. È stata un po’ una prova di coraggio guardare per la prima volta in faccia la morte, anche se comunque i corpi erano già stati trattati prima che arrivassimo noi e avevamo a disposizione solo il tronco. Passato un primo momento di assestamento a questa situazione effettivamente un po’ grottesca ho iniziato a meravigliarmi del corpo umano e delle strutture anatomiche. Non avete idea della soddisfazione che ho provato nello scoprire che ricordavo bene quello che ho studiato e riuscivo a riconoscere le strutture. Come potete immaginare sono entusiasta di questa esperienza ma quello che non potete sapere è che i giorni precedenti ero un po’ preoccupata. Avevo paura di non reggere lo shock di avere a che fare con un cadavere. Temevo che sarebbe stato troppo pesante da vedere, odorare, toccare… ma mi sono comunque buttata non perché io sia una super woman ma perché in questi anni ho capito che uscire dalla comfort zone è l’unico modo per crescere. Dobbiamo spingerci al limite per poter spostare i nostri paletti un metro più in là e ancora e ancora. Ali Abdaal, il mio YouTuber preferito, dice che è quando abbiamo paura di affrontare una determinata situazione che capiamo che dobbiamo assolutamente affrontarla perché il nostro margine di crescita è localizzato in quell’area. E la cosa che mi emoziona ogni volta è che non finiamo mai di migliorare: è come un gioco che non ha mai fine e una volta capite le regole diventa divertente. Il risvolto della medaglia è che se finiamo sempre per guardare quello che ci manca, quello che vogliamo migliorare non ci sentiamo mai soddisfatti di noi. È un aspetto con cui faccio i conti giornalmente anche io e non è semplice ma sto cercando un equilibrio tra amare quello che sono e rispettarmi e voler migliorare e dare sempre il meglio di me. Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di sapere cosa ne pensate.
Tempo in compagnia di se stessi e perché è così importante
Ciao amici, questa settimana ho riflettuto a lungo su come impiego il mio tempo e mi sono chiesta: “ma io quanto tempo dedico in compagnia di me stessa?” (Spoiler: poco, troppo poco). Mi spiego meglio: ovviamente sono sempre con me stessa (ci mancherebbe altro) ma quante volte sono in silenzio, senza fare assolutamente nulla e resto a riflettere? E con riflettere non intendo pensare a quante cose debba fare, intendo proprio lasciare che la mia mente vaghi e pensi a quel che vuole ragionando sugli stimoli che ha ricevuto nei giorni precedenti. Quante volte stiamo a pranzo e guardiamo una serie tv oppure abbiamo un momento morto e lo passiamo a scrollare i social? Neanche più al bagno da soli andiamo, ci portiamo il cellulare altrimenti finiamo per annoiarci😂 Ecco, lunedì mattina per caso ero a colazione e non avevo il cellulare con me né un libro. A quel punto ho mangiato in silenzio e la mia mente ha iniziato a vagare. Ho riflettuto in modo molto casuale su frasi lette sui libri, film che non vedo da secoli, pezzi di informazione riemersi da chissà quale antro della mia memoria. Non c’era un reale intento, semplicemente stavo passando del tempo con me e mi ha fatto bene. La sensazione di benessere che ho provato quando mi sono alzata da tavola è stata quasi paradisiaca. Stare da soli e in silenzio ci permette di decomprimere in un mondo fatto di milioni di stimoli e ci fa tornare in contatto con noi stessi. Non vi dico quanto ne abbia bisogno. Io che sono un fiume in piena di pensieri e non riesco neanche a starci al passo a volte. Io che faccio un mille cose e ne penso un altro milione nel mentre. Io che corro sempre verso i miei obiettivi, i miei impegni, le mie aspirazioni. Questa nuova ‘abitudine’ assomiglia in un certo senso alla meditazione. Mi permette di rilassarmi, lasciare che la mia mente sia pronta a prendere nuovi stimoli e allo stesso tempo permetterle di “far decantare” quelli vecchi. Insomma, in tre parole è una bomba💣 Che siano due minuti o mezz’ora, passate del tempo con voi. È uno dei più bei regali che vi possiate fare. Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di sapere cosa ne pensate.Lunedì avevo l’esame di Informatica e credetemi quando vi dico che non avevo aspettative. Era il primo appello e l’esame è piuttosto articolato (prevede tre prove diverse con sbarramento). Insomma, io pensavo proprio di non passarlo questo esame. Già mi figuravo tranquilla e serena al secondo appello. L’ho vissuta come una simulazione per vedere a che punto ero con la mia preparazione. Beh, se mi seguite su Instagram sapete già che questo esame non l’ho solo passato ma è andato meglio di quanto potessi immaginare. Non vi dico l’ansia prima dell’orale, convinta 100% di essere bocciata e l’incredulità dipinta sul mio viso al momento in cui il professore mi ha detto il voto😱 Questo concetto del “Trust the process” l’avevo già maturato nella mia mente e ci ho fatto anche un reel al riguardo però -come quasi tutto nella vita- è sempre più facile dire le cose che farle. E infatti quando mi sono ritrovata in preda all’ansia o allo sconforto è vero che una parte di me pensava che in qualche modo si sarebbe sistemato tutto ma c’era anche una bella fetta del mio cervello che pensava “MA COME NE ESCO DA STA COSA?!”. Quindi, anche se sembra banale o scontato, credete in voi e fidatevi del processo. Ovviamente questo non significa vivere passivamente e aspettare che le soluzioni caschino dal cielo. Quel che voglio dire è: ci sono volte in cui tentiamo in tutti i modi di raggiungere i nostri obiettivi e ci sembra tutto inutile ma non è così. Gli sforzi vengono ripagati presto o tardi e un modo di affermarci lo troviamo sempre. Magari -anzi quasi sempre- non è tutto come avevamo immaginato, magari invece di prendere la strada principale giriamo per le campagne e le stradine sterrate però a destinazione ci arriviamo in ogni caso oppure decidiamo di fermarci un po’ prima e fare una deviazione perché il panorama è più bello di quel che avevamo immaginato in primo luogo. Insomma, detta in tre parole, trust the process. Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di sapere cosa ne pensate.
Trust the process
Ciao amici, questa settimana è stata un insieme di alti e bassi. Ci sono stati momenti no, in cui pensavo che tutto sarebbe andato per il peggio – o almeno non come speravo – e poi però magicamente ogni cosa trovava il proprio posto e andava per il meglio. Il senso di questa newsletter oggi e di questa settimana in generale è proprio questo: anche se ti sembra che tutto vada a rotoli, se non vedi la luce alla fine del tunnel, tu fidati. Fidati del processo, del tuo percorso, delle tue capacità e fidati un po’ anche del destino e di dove ti porterà. Lunedì avevo l’esame di Informatica e credetemi quando vi dico che non avevo aspettative. Era il primo appello e l’esame è piuttosto articolato (prevede tre prove diverse con sbarramento). Insomma, io pensavo proprio di non passarlo questo esame. Già mi figuravo tranquilla e serena al secondo appello. L’ho vissuta come una simulazione per vedere a che punto ero con la mia preparazione. Beh, se mi seguite su Instagram sapete già che questo esame non l’ho solo passato ma è andato meglio di quanto potessi immaginare. Non vi dico l’ansia prima dell’orale, convinta 100% di essere bocciata e l’incredulità dipinta sul mio viso al momento in cui il professore mi ha detto il voto😱 Questo concetto del “Trust the process” l’avevo già maturato nella mia mente e ci ho fatto anche un reel al riguardo però -come quasi tutto nella vita- è sempre più facile dire le cose che farle. E infatti quando mi sono ritrovata in preda all’ansia o allo sconforto è vero che una parte di me pensava che in qualche modo si sarebbe sistemato tutto ma c’era anche una bella fetta del mio cervello che pensava “MA COME NE ESCO DA STA COSA?!”. Quindi, anche se sembra banale o scontato, credete in voi e fidatevi del processo. Ovviamente questo non significa vivere passivamente e aspettare che le soluzioni caschino dal cielo. Quel che voglio dire è: ci sono volte in cui tentiamo in tutti i modi di raggiungere i nostri obiettivi e ci sembra tutto inutile ma non è così. Gli sforzi vengono ripagati presto o tardi e un modo di affermarci lo troviamo sempre. Magari -anzi quasi sempre- non è tutto come avevamo immaginato, magari invece di prendere la strada principale giriamo per le campagne e le stradine sterrate però a destinazione ci arriviamo in ogni caso oppure decidiamo di fermarci un po’ prima e fare una deviazione perché il panorama è più bello di quel che avevamo immaginato in primo luogo. Insomma, detta in tre parole, trust the process. Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di sapere cosa ne pensate.